Bielorussia, giallo sull’arresto di Vladimir Kanaplev, fedelissimo di Lukashenko

Aleksandr LukashenkoResta ancora avvolta nel mistero la vicenda che la scorsa settimana ha portato all’arresto di Vladimir Kanaplëv, attuale presidente del Comitato Olimpico Bielorusso ed ex speaker della Camera dei Rappresentanti, nonchè grande alleato del presidente Aleksandr Lukashenko. Kanaplëv è stato fermato lo scorso 25 novembre da agenti del Kgb (il servizio segreto bielorusso, omonimo della ben più nota intelligence d’epoca sovietica) e rilasciato dopo tre giorni trascorsi in un carcere delle forze di sicurezza: a dare la notizia è stato il quotidiano sportivo Pressbol, che ha riferito che oltre al numero uno dello sport nazionale è finito agli arresti anche Henadz Alekseenko, ex vice di Kanaplëv, anch’egli poi scarcerato. Nessun commento ufficiale sulla vicenda è giunto dai servizi segreti, nè dalle istituzioni di governo. Continua a leggere

Bielorussia, liberati i dissidenti Sannikov e Bondarenko

L’ex candidato presidenziale Andrej Sannikov, leader e co-fondatore del movimento per i diritti umani Chartja 97, e il suo stretto collaboratore Dmitrij Bondarenko sono stati liberati a poche ore di distanza l’uno dall’altro: lo ha annunciato il sito http://www.charter97.org, precisando che la scarcerazione è avvenuta dopo che il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko ha firmato un decreto di grazia. Andrej Sannikov stava scontando nel penitenziario di Vitsba-3, nel Nord-Est del Paese, una condanna a cinque anni di carcere duro inflittagli a maggio scorso aver organizzato manifestazioni contro le irregolarità nella rielezione a presidente dello stesso Lukashenko. In particolare, Sannikov era stato ritenuto colpevole di aver fomentato i violenti disordini esplosi la sera del 19 dicembre 2010 a Minsk tra i suoi sostenitori e la polizia. Continua a leggere

Bielorussia, cinque anni al capo dell’opposizione

Andrej Sannikov, l’ex candidato dell’opposizione bielorussa alle ultime elezioni presidenziali, è stato condannato ieri sera a cinque anni di carcere. Sannikov è stato riconosciuto colpevole di aver fomentato gli scontri che si verificarono la sera del 19 dicembre scorso, quando in molte città della Bielorussia manifestanti anti-Lukashenko scesero in piazza per denunciare brogli nello scrutinio dei voti, confermati da diversi osservatori internazionali. Prima che la sentenza fosse emessa, l’esponente liberale bielorusso ha denunciato di essere stato sottoposto a torture da parte di uomini dei servizi segreti, che avrebbero riservato lo stesso trattamento anche ad altri prigionieri politici. “Lukashenko aveva promesso che me l’avrebbe fatta pagare”, ha dichiarato Sannikov, rivelando che “già prima delle elezioni  l’amministrazione presidenziale ci aveva accusati di preparare una sommossa, ma non hanno mai trovato le prove di ciò”.
“La sera del 19 dicembre la polizia aveva avuto precisi ordini di agire contro i manifestanti. Se volevano riportare la calma, perchè non hanno nemmeno cercato un dialogo con noi capi dell’opposizione?” si chiede Sannikov. Continua a leggere

La Bielorussia chiude gli uffici dell’Osce a Minsk

La Piazza della Vittoria a Minsk

Mentre le organizzazioni non governative denunciano pressioni e minacce delle autorità bielorusse contro gli avvocati degli attivisti per i diritti umani arrestati nei giorni scorsi, il governo di Minsk ha revocato all’Osce le autorizzazioni ad operare in Bielorussia.
La notizia della chiusura degli uffici di Minsk è stata confermata dal portavoce del Ministero degli Esteri bielorusso, che ha parlato di una decisione inevitabile, dettata dalla “mancanza di obiettività dell’Osce”.

L’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione Europea paga così la “colpa” di aver criticato le modalità di computo dei voti delle elezioni presidenziali del 19 dicembre, che hanno attribuito un plebiscito ad Aleksandr Lukashenko.
Sebbene le operazioni di voto si fossero concluse senza sostanziali problemi, nelle operazioni di scrutinio gli osservatori internazionali avevano infatti rilevato più di 800 violazioni delle procedure elettorali.

Nel frattempo continuano le proteste internazionali contro la detenzione di alcuni leader dell’opposizione, arrestati dopo i tumulti del 19 dicembre con l’accusa di aver fomentato gli scontri. Le organizzazioni umanitarie denunciano la mancanza di adeguate cure mediche nei confronti di Andrej Sannikov, Natalija Radzina e Vladimir Njakljaev, rimasti feriti durante gli incidenti e rinchiusi in un centro di detenzione dei servizi segreti.
A destare maggior preoccupazione sono le condizioni di Njakljaev, che, secondo quanto riferito dal suo legale, durante la detenzione avrebbe sviluppato crisi ipertensive.

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