“Le sanzioni all’Iran non riguardano i missili russi”

Una batteria missilistica antiaereo S-300

Una batteria missilistica S-300

Le possibili sanzioni dell’ONU contro l’Iran non impediranno alla Russia di onorare il contratto che prevede la consegna al governo di Teheran di un sistema di difesa antiaerea composto da missili terra-aria S-300: lo ha dichiarato oggi Michail Margelov, presidente della Commissione Esteri del Senato russo, sottolineando che “la bozza della risoluzione in discussione all’ONU non ha effetto sui contratti già firmati tra la Russia e l’Iran”.

I cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e la Germania avevano iniziato martedì scorso l’esame della bozza delle sanzioni contro il programma nucleare del regime degli ayatollah, che comprende anche il divieto di fornire all’Iran sistemi di difesa antiaereo: alcuni ritengono perciò che anche il sistema missilistico S-300 russo faccia parte di questa categoria.
Ma Margelov invece esclude questa ipotesi e ritiene anzi la bozza in esame “equilibrata”, proprio perchè non contiene sanzioni “paralizzanti nè soffocanti” per il Paese: del resto, più volte il governo russo aveva evidenziato nei mesi scorsi l’esigenza di sanzioni che colpissero solo il programma missilistico, e non la popolazione civile.
“Stiamo discutendo solo di misure che potrebbero essere necessarie se l’Iran non dovesse rispettare le regole dell’AIEA”, ha dichiarato Margelov ai giornalisti, tornando poi sul tema degli S-300: “La Russia non vuole la militarizzazione del Medio Oriente“.

Lo scorso febbraio, le forniture missilistiche all’Iran era stato al centro della visita a Mosca del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che aveva cercato, senza successo, di spingere il governo russo a congelare la consegna dei missili a Teheran: l’installazione delle batterie antiaereo in prossimità dei siti nucleari impedirebbe di fatto agli aerei israeliani di compiere un eventuale raid.

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